Carnevale, Musica e Balli

CARNEVALE

Bellissimo e magico il Carnevale di Rio è un vero e proprio show dove scuole di samba si esibiscono di fronte al pubblico con una magnifica parata di colori, luci, costumi, musica e ballo... niente di più lontano da quello festeggiato nella rimanente parte di questo enorme Paese, ma anche tra le sue strade!

Nel resto del Brasile infatti è un delirio collettivo a cui partecipano TUTTI (migliaia se non milioni di persone quando parliamo di Rio o Salvador) seguendo dei camion giganti (TRIOS ELÉTRICO) letteralmente ricoperti di casse acustiche ENORMI e sui quali viene allestito un palcoscenico dove vari gruppi musicali si alternano suonando e facendo ballare tutti, ma proprio, tutti, anche a decine di metri di distanza.

La gente (“a galera” in portoghese brasiliano) segue le sfilate di questi camion ballando, divertendosi un mondo, festeggiando e bevendo 24h per tutta la durata del Carnevale (circa 4 giorni).

Cercate di prenotare con molti mesi di anticipo, sotto data non si trova niente: niente last minutes, niente offerte di nessun genere.

MUSICA e BALLO

Il talento musicale è un patrimonio nazionale brasiliano ed è frutto di un variegato incrociarsi di influenze africane, europee e indie.
La musica che esce dai bar, invade le strade, rimbalza dalle autoradio e conquista sale da concerto e club è il sottofondo naturale della vita del Brasile ed il popolo è l'attore principale di questa magia. Gli strumenti, poi, sono un valido aiuto, ma non sono essenziali: le scatole di fiammiferi possono regalare un ritmo sincopato, cui forchette e bicchieri, mani e tavoli faranno da controcanto.

Il samba nell'immaginario collettivo è allo stesso tempo la musica e la danza brasiliana per eccellenza oltre ad essere un rito culturale. In realtà sta perdendo molto dello smalto storico ed oggi la si ascolta sempre ma la si balla molto meno... più che altro al Carnevale di Rio e Salvador.

La bossanova è il contraltare della samba: dolce, sussurrata, composta e discreta è nata dalla fusione del samba con la musica classica. Tutti, ma proprio tutti, conoscono “Garota de Ipanema” cantata in tutte le salse e da chiunque o la bellissima “Aquarela” cantata anche in lingua italiana da Toquinho.

Ma ci sono molti altri ritmi che, ad oggi, sono molto più diffusi. Non hanno niente a che vedere con la musica latino americana tipo merengue, bachata o salsa (non sanno nemmeno che tipo di musica o ballo sia). Uno su tutte l'axé, ma anche forrò, arrocha, maracatú, repentismo, frevo, carimbó e il bumba-meu-boi dello stato di Maranhão... e tanti altri.

Negli anni '90, una versione rimaneggiata a fini commerciali del carimbó conobbe un lampo di notorietà internazionale col nome di lambada. Sfatiamo quindi ciò che tutti pensano, la Lambada non è il titolo di una canzone ma, anche se non molto diffusa, è un tipo di musica accompagnata da una bellissima danza ed esistono tantissimi eventi, manifestazioni e competizioni ad essa legati (“Zouk”).

CAPOEIRA

Un capitolo a parte merita la capoeira, importantissima nella cultura brasiliana da secoli. L'arte della CAPOEIRA è una delle più alte espressioni folcloristiche ed artistiche del Brasile. Quest'antica lotta di liberazione, deriva da una danza, in Brasile viene praticata da tutti, bambini, donne uomini e la si può vedere per le strade, negli spettacoli e nelle palestre. In tante canzoni popolari e moderne la parola "Capoeira" ricorre ed evocare qualsiasi simbolo di questo grande paese.

La CAPOEIRA accompagnò il popolo brasiliano fin dalle sue più antiche origini. Nacque circa quattro secoli fa, (intorno al 1580), e la sua origine è negra, infatti gli schiavi africani bantù, deportati dai colonizzatori portoghesi in Brasile ed inizialmente nell'area di Bahia, portarono con sé i loro rituali e la loro cultura, e tra questi, la "danza della zebra" ed un particolare strumento monocorde, il "Berimbau", diventato ormai un simbolo del Brasile, il cui suono fa vibrare di emozione il cuore di ogni brasiliano e dei "capoeiristas" in particolare.

Questi schiavi africani originari dell'Angola e del Congo, venivano impiegati come mano d'opera in lavori massacranti nelle piantagioni di canna da zucchero; al termine delle loro giornate si riunivano e ripercorrevano con la memoria il loro passato di libertà con i canti, le danze, le musiche ed i rituali: tra questi uno diventò "Capoeira", una particolare forma di autodifesa e di lotta mascherata sotto forma di rituale e mimica.
Molti schiavi in questo modo riuscirono a difendersi dai soprusi e dalle frustate dei coloni europei, ad eliminare i sorveglianti bianchi che li vessavano ed a fuggire nelle foreste dell'interno del Brasile, costruendo in esse dei villaggi detti "Quilombos" (pron. Chilòmbos), in cui ricominciare a vivere secondo le loro abitudini e liberi da persecuzioni disumane.
Le parole di uno dei canti più antichi dice “Se non ci fosse stata la schiavitù, non sarebbe esistita la "CAPOEIRA"”; quest'affermazione corrisponde perfettamente ad una realtà storica.

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